Consorzio del suffragio dei morti in San Lorenzo

Daniela Bellettati

 

Si tratta di un consorzio funerario di composizione esclusivamente femminile destinato alla duplice funzione di suffragio per i defunti e celebrazione dei funerali delle iscritte, come molti altri simili consorzi, aperti a uomini e donne, costituitisi del XVIII secolo.

Origine

Fondato nel 1732, era destinato ad accogliere solo donne per un numero massimo di 165 associate, per ricordare i Misteri del Rosario.  Si legge a p. 3 delle Regole: "Che il numero delle sodette consorelle non sia più di cento sessanta cinque per figurare li Misteri del Santissimo Rosario composto di quindici Pater noster, e cento cinquanta Ave Maria". Alla fondazione si contavano però 70 consorelle e nel 1768 il numero era sceso a 60. 

Statuto

Regole pubblicate nel 1755, ma osservate fin dalla fondazione: Regole da osservarsi dalle consorelle del Consorzio del suffragio dei morti canonicamente eretto sotto l'invocazione dell'Immacolata Concezione di M.V. e di S. Francesco d'Assisi ed Antonio da Padova all'altare del medesimo S. Antonio nell'insigne Basilica  Collegiata di San Lorenzo Maggiore della città di Milano, Milano per gli eredi di Giuseppe Agnelli, 1755.

Finalità

Suffragio dei defunti; organizzazione e celebrazione dei funerali delle iscritte al consorzio, che erano tumulate in un sepolcro allestito nella basilica. Il fondo funerario per le esequie di ciascuna consorella ammontava a  120 lire.

Struttura organizzativa 

Il governo del sodalizio era affidato a una priora, nominata da tutte le iscritte, con carica annuale e sostituita l'anno seguente dalla vice; l'elezione era vocale e doveva avvenire sempre alla presenza del preposito della basilica o di uno dei canonici. Le due ufficiali erano coadiuvate da 15 regolatrici, che avevano anche la funzione di infermiere, scelte dalla priora e dal preposito. Un canonico di San Lorenzo forniva l'assistenza spirituale e vigilava sul progresso spirituale delle consorelle e sulla loro assiduità alle funzioni celebrate nella cappella di S. Antonio. L'indipendenza economica del consorzio era limitata dal controllo dell'assistente spirituale che deteneva fisicamente le chiavi della cassa (altra copia era nelle mani della priora) e fungeva da tesoriere. A fine mandato tesoriere e sindaci avrebbero presentato i conti d'entrata e uscita innanzitutto al preposito, poi alla priora e alla sua vice.

Sede

Il consorzio aveva sede nella basilica di San Lorenzo maggiore; le riunioni del capitolo si tenevano nella cappella di Sant'Aquilino, fuori dai cancelli dell'altare. Il sepolcro destinato alle consorelle era il primo a sinistra, entrando dalla porta maggiore della basilica. Il luogo di culto era presso la cappella di S. Antonio da Padova "la cui custodia, e culto resta commesso alla pietà, e devozione del medesimo consorzio".

Patrimonio

Il patrimonio era costituito dalle quote pagate dalle consorelle all'atto dell'iscrizione e dai versamenti mensili di ciascuna. All'atto dell'iscrizione si versava una quota variabile a seconda dell'età:fino a 18 anni lire 12, 18-25 anni lire 18, 25-30 anni  lire 24, 30-36 anni lire 30, 36-40anni  lire 36;  oltre i 40 anni  a discrezione della priora e prevosto. Inoltre si versavano 5 soldi al mese per mantenere l'iscrizione e 20 l'anno per la cera.

Soppressione

Il consorzio, come gli altri con simile finalità, fu soppresso in una data compresa tra il 1784 e il 1786.