Lampugnani (1630 - 1784)

Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli, Milano

 

Origine e finalità

L’Opera Pia Lampugnani nacque per volontà di Giulio Cesare Lampugnani, ricco mercante milanese di lane pregiate che nel 1630, “sano di mente e di intelletto, ancorché sospetto di peste”, decise di istituire suoi eredi universali i deputati del Luogo Pio di San Giuseppe in Porta Nuova, fatti salvi due legati in favore del Luogo Pio della Pietà in Porta Orientale e dell’Ospedale Maggiore di Milano. Il testatore stabiliva altresì che il patrimonio venisse affidato a un’amministrazione separata, che oltre ai deputati e al priore del luogo pio comprendesse pure Gerolamo Verzolo, persona di sua speciale fiducia, e dopo di lui un suo discendente.

Secondo le indicazioni del benefattore, l’eredità, gravata dalla celebrazione di due messe quotidiane e da un ufficio settimanale, doveva essere destinata per il resto alla distribuzione di sessanta segni di pane da dieci soldi ciascuno ogni domenica, da novembre a giugno, ad altrettanti poveri abitanti nella città o nel ducato di Milano, di sessanta vestiti, di valore non superiore alle 45 lire, una volta all’anno, e di elemosine in denaro a sessanta poveri nelle ricorrenze della Pasqua e di S. Michele, per una somma complessiva di 120 scudi. Erano inoltre previste somministrazioni di riso bianco e di carbone nelle festività natalizie e infine di tredici doti da 115 lire a povere fanciulle che intendessero sposarsi o prendere i voti.

Soppressione

Nell’ambito delle riforme giuseppine, l’opera pia Lampugnani seguì il destino del Luogo Pio di San Giuseppe e fu aggregata al Luogo Pio della Carità in Porta Nuova nel 1784.