Le associazioni culturali ed educative

Paolo Valvo

 

Il contributo delle associazioni milanesi otto-novecentesche nel campo dell'istruzione e della cultura è notevolissimo. Un primo, luminoso esempio in proposito è la Società d'incoraggiamento arti e mestieri (SIAM), che viene fondata nel 1838 per iniziativa di alcuni commercianti di Milano, tra i quali si segnalano importanti rappresentanti della colonia svizzera (su tutti Enrico Mylius) e personalità cittadine del calibro di Carlo Cattaneo (1). Pur essendo la sua nascita legata al fondamentale contributo economico della Camera di Commercio, la SIAM è – e rimane nel tempo – frutto dell'iniziativa privata. Tra i soci figurano persone legate al mondo della finanza ed esponenti della nobiltà locale coinvolti in attività imprenditoriali, ma la SIAM si rivolge soprattutto all'industria, rappresentata all'interno della Società in tutte le sue componenti (tessile, serica, cotoniera e laniera, chimica, meccanica, cartiera ed elettrotecnica).

Assumendosi in proprio la responsabilità dell'istruzione tecnica necessaria allo sviluppo dell'industria, la SIAM costituisce a tutti gli effetti la scuola degli industriali, assidui nel fornire la Società dei mezzi finanziari e tecnici per garantire la piena aderenza dei corsi impartiti ai bisogni dell'industria. Da questo punto di vista la storia delle varie scuole specializzate sorte nell'alveo della SIAM permette di individuare l'evoluzione delle necessità dell'industria, gli intendimenti perseguiti nel tempo dagli imprenditori e i limiti di alcune impostazioni. Il profondo radicamento nell'establishment politico ed economico cittadino rende inoltre la SIAM un soggetto capace di promuovere a più riprese un'attività di consulenza e di pressione nei confronti delle istituzioni politiche nazionali, all'interno dei suoi ambiti di competenza specifici.

Le possibilità offerte dall'associazionismo milanese in aggiunta o in alternativa al sistema educativo statale sono molteplici anche in ambiti diversi dalla formazione professionale. Vi è innanzitutto il vasto e ramificato mondo delle scuole popolari per adulti, come quelle istituite dalle società di mutuo soccorso federate nel Consolato operaio, a cui si aggiungono altre iniziative più settoriali promosse in ambito solidaristico (come la Scuola di disegno dell'Associazione degli orefici "Benvenuto Cellini"). L'attenzione verso le fasce più deboli della popolazione anima inoltre altre iniziative d'impronta laica come il Circolo di pubblico insegnamento, che nel 1881 impartisce lezioni delle materie più disparate (italiano, francese, tedesco, inglese, spagnolo, computisteria, disegno, diritto commerciale, economia) a oltre 500 allievi di entrambi i sessi, e l'Università popolare milanese, nata nel 1901. A tutt'altro target si rivolge invece il Circolo filologico milanese, che offre ai soli soci corsi delle principali lingue straniere dietro versamento di una significativa quota mensile.

Anche all'interno dell'associazionismo d'ispirazione religiosa sorgono iniziative formative di un certo rilievo, come la Scuola professionale d'arte cristiana fondata nel 1911 da alcuni membri del Circolo popolare cattolico di San Giuseppe, attivo nel Rione Ticinese. La Scuola offre un insegnamento completamente gratuito ai giovani artigiani e artisti che intendano approfondire lo studio dell'arte applicata nell'ambito del pensiero cristiano, ed è sostenuta finanziariamente dall'associazione professionale di riferimento, l'Istituto esercenti arti decorative edilizie. Esaminando l'apporto delle associazioni a un settore strategico come quello dell'educazione, ci si potrebbe azzardare a parlare di una ʻsussidiarietà orizzontaleʼ ante litteram. L'espressione, che come tale suona chiaramente anacronistica per il periodo storico qui preso in considerazione, trova però in un certo senso conferma in alcune testimonianze dell'epoca, che denotano la consapevolezza di un servizio alla collettività ritenuto di pari efficacia e dignità rispetto a quello offerto dallo Stato (2).

Le attività di promozione culturale rappresentano poi un altro ambito privilegiato d'intervento per l'associazionismo milanese, particolarmente fiorente nel settore delle arti figurative, dove si distinguono enti come la Società per le belle arti ed esposizione permanente, esito della fusione di due precedenti sodalizi – la Società per le belle arti (risalente al 1844) e la Società per l'esposizione permanente di belle arti (fondata nel 1869) – avvenuta nel giugno del 1883, e l'Associazione degli amici di Brera, che dopo un promettente inizio (nel 1926) viene sciolta dal regime fascista e ricostituita nel 1949. In alcuni casi, le associazioni culturali fungono da incubatrici per il successivo sviluppo di enti e istituzioni destinati a incidere profondamente nel panorama scientifico cittadino e nazionale: avviene ad esempio con l'Associazione milanese "Pro cultura", fondata il 23 febbraio 1910, nel cui comitato promotore figurano alcuni dei principali protagonisti della successiva nascita dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, da padre Agostino Gemelli a Ludovico Necchi.

 

Note

(1) In merito alla SIAM si veda C. Patti, Strutture associative e formazione professionale, in G. Fiocca (a cura di), Borghesi e imprenditori a Milano dall'Unità alla Prima Guerra Mondiale, Laterza, Roma - Bari 1994, pp. 97-126.

(2) Si veda ad esempio il seguente commento, tratto dall'opera collettanea Mediolanum: «Quel gagliardo spirito di iniziativa ch'è una delle doti più caratteristiche del popolo lombardo, quel desiderio del bene che sorge tanto più vivo, quanto è maggiore l'inerzia o l'opposizione del Governo, quella nobile gara nel campo dell'istruzione e della beneficenza che fu sempre in Milano, ha fatto nascere e prosperare anche in tempi fortunosi le scuole private, le quali ben sovente acquistarono per la loro importanza il carattere di istituzioni governative o comunali. […] Poiché, se i pubblici istituti debbono o dovrebbero essere il tipo, su cui s'hanno a modellare le ottime scuole, e se per i più larghi mezzi di cui godono, sogliono dare un vigoroso impulso agli studi, specialmente superiori, le private scuole possono alla lor volta supplire alle lacune delle pubbliche e nutrire quella nobile gara, che in ogni ordine di cose è potente stimolo al bene. Questa feconda emulazione, che non vive di misere invidiuzze, ma dall'amore del vero e del bene prende splendore di virtù, ha già dato e darà in avvenire ottimi frutti» (B. Prina, L'istruzione in Milano. Cenni storici e statistici, in Mediolanum, II, Vallardi, Milano 1881, pp. 353-355).

 

[nelle immagini: Pietro Magni, Monumento a Enrico Mylius e Antonio Kramer, 1860; Il Palazzo della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, 1886]