Le associazioni del tempo libero

Paolo Valvo

 

Il primo circolo ricreativo vero e proprio di Milano è la Società del giardino, fondata nel 1783, che all'inizio riunisce per lo più commercianti ed altri esponenti della borghesia accomunati dalla passione per il gioco delle bocce. Al Giardino, noto ironicamente anche come Casino di andeghée in quanto frequentato prevalentemente da persone di una certa età e di idee tradizionali, fa da contraltare il Nobile casino (o Casino dei nobili), di estrazione aristocratica, che a partire dalla sua fondazione, nel 1787, gode di alterne fortune sotto la dominazione prima francese e poi austriaca, fino al definitivo scioglimento nel 1840. Dalle sue ceneri, nel 1841, prende forma la Società dell'unione, che raccoglie molti membri dell'aristocrazia antiasburgica di Milano, e per questo è costantemente sorvegliata dalle autorità austriache, che ne decretano lo scioglimento nel 1848. Ricostituito nel 1859 all'indomani della Seconda guerra d'indipendenza, il sodalizio - che nel 1935 assume il nome di Circolo dell'unione - rappresenta tuttora insieme alla Società del giardino e al New club fondato nel 1901 (meglio noto come Clubino) uno dei clubs più esclusivi della città. Assai più breve è la vita della Società della concordia, sorta quasi contemporaneamente al Casino dei nobili ma a differenza di questo rivolta ai membri del ceto medio.
Oltre che in associazioni regolarmente costituite, la sociabilità dei milanesi si esprime anche in sodalizi meno strutturati, come i salotti (celebre quello della contessa Clara Maffei, frequentato tra gli altri da Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Francesco Hayez e Massimo d'Azeglio) e le brasere, ovvero i ?bracieri' intorno ai quali i milanesi erano soliti riunirsi per chiacchierare e discutere nelle case private e nei caffè. Alcune brasere vengono ricordate per essere state veri e propri centri di cospirazione antiaustriaca, come quella del Caffè della Cecchina e quella del Caffè della Peppina, frequentate rispettivamente da cavouriani e mazziniani.
La tensione al perfezionamento morale che contraddistingue il variegato mondo associativo milanese nel secondo Ottocento trova nelle attività legate al tempo libero uno dei suoi principali ambiti di espressione. In esso, in effetti, la borghesia esprime il suo dinamismo e la sua modernità, promuovendo in particolare l'esercizio di pratiche ginniche e sportive finalizzate al miglioramento personale e al progresso della società. In proposito ha scritto Daniele Bardelli che "il cittadino della società borghese e nazionale moderna [...] appare sovente impegnato nell'esercizio, ma anche e soprattutto nell'organizzazione e nella promozione, di attività fisiche che [tiene] a distinguere con puntiglio dal loisir elegante e sfaccendato di certa noblesse, come dal "garismo" più o meno corrotto dei professionisti delle varie discipline, badando di volgere invece sempre all'utile morale uno dei connotati fondamentali della propria relativa agiatezza, cioè la disponibilità di tempo libero, per farne ambito di apprendistato civico e nazionale" (1).
Anche in questo settore Milano risulta essere all'avanguardia rispetto al resto del Paese. È qui infatti che nasce nel 1870 la prima società velocipedistica italiana, il Veloce club, che organizza il primo Giro dei Bastioni. I quaranta soci fondatori del Veloce club, in gran parte appartenenti al vecchio Circolo di porta Tenaglia, sono di estrazione prevalentemente aristocratica, ma non occorre attendere molti anni perché la pratica della bicicletta - oltre che degli altri sport - investa strati sempre più ampi della cittadinanza, in linea con una tendenza democratizzatrice che contribuisce alla maturazione di una ?coscienza di ceto' anche nei membri della borghesia minore; questi, all'interno delle sempre più numerose associazioni, hanno ora la possibilità di accedere "a quell'esercizio delle virtù borghesi sin lì per loro impraticabile" (2), e di sentirsi così protagonisti a pieno titolo del progresso e del rinnovamento spirituale della nazione.
Nel marzo del 1870 vengono fondati anche la Società ginnastica milanese "Forza e coraggio" e il già citato Circolo tiratori milanesi, mentre nel 1873 è la volta della sezione milanese del Club alpino italiano e della Società di scherma, a cui segue nel 1877 il Circolo Ferruccio (nato come emanazione del Circolo privato di scherma). In poco più di un paio di decenni il numero delle associazioni sportive cresce esponenzialmente, arrivando a coprire all'alba del nuovo secolo le più diverse discipline, dall'escursionismo al canottaggio (nel 1890 e nel 1894 nascono rispettivamente la Canottieri Milano e la Canottieri Olona), dal pattinaggio al football. In quest'ultimo campo la prima società milanese è il Milan cricket and football club, fondato il 16 dicembre 1899, dal quale alcuni anni più tardi un gruppo di 44 soci si allontana per dare vita, il 9 marzo 1908, all'Internazionale football club.
Milano vanta un fondamentale primato anche nel campo del turismo, sia velocipedistico sia motorizzato. Sotto quest'ultimo riguardo, la fondazione del Club automobilisti italiani, nel marzo del 1897, precede la nascita a Torino dell'Automobile club d'Italia (avvenuta nel dicembre dell'anno seguente), la cui sezione milanese diventa ben presto una delle più fiorenti della penisola. Il dualismo tra il club originario milanese, più aristocratico, e la sezione dell'associazione torinese (sostenuta invece dagli industriali) si risolve con la fusione che nel 1903 dà vita all'Automobile club di Milano, presieduto dal re Vittorio Emanuele III come sezione dell'Automobile club italiano. Risale invece all'8 novembre 1894 l'atto di nascita del Touring club italiano, una delle più importanti e gloriose associazioni milanesi, fondata per iniziativa di una rappresentanza delle principali società sportive locali (la Pro patria, la Forza e coraggio, il Veloce club, la Milano società velocipedistica e il Club alpino italiano), che si propongono di dare vita a un organismo in grado di rivolgersi a tutte le classi sociali. "Eticamente orientato a promuovere il rinnovamento spirituale degli italiani in coerenza con lo sviluppo del senso nazionale", il Touring risulta essere "uno dei frutti migliori di quelle "borghesie 'novecentesche'" ("dell'impiego e del diploma", più ancora che dell'industria) che oltre alle motivazioni cetuali e identitarie, erano mosse da una questione culturale più ampia e radicale, che aveva il concetto fondamentale nelle idee di modernità e progresso e il motore nelle insoddisfatte promesse dei miti della rivoluzione nazionale" (3). Tra i suoi principali animatori spicca la figura di Luigi Vittorio Bertarelli, già presidente della Pro patria, il quale presiede il Touring club dal 1919 al 1927.
Le associazioni sportive naturalmente non esauriscono tutte le possibilità d'impiego del tempo libero. All'inizio dell'Ottocento sono molto fiorenti le società musicali e le accademie teatrali, come quelle dei filogamber e dei filofuston e più ancora l'Accademia dei filodrammatici. Gli ultimi decenni del secolo vedono sorgere altri fortunati sodalizi musicali come la Società del quartetto, la Società di canto corale e la Società orchestrale. Numerose sono anche le associazioni di militari ed ex combattenti, tra cui la Società dei reduci dalla guerra di Crimea, il Comizio dei veterani lombardi e soprattutto la Società dei reduci dalle patrie battaglie, la quale ultima, fondata nel 1877, è molto attiva nel rivendicare il diritto di voto per quanti hanno combattuto per l'Unità d'Italia. Dopo la fine del primo conflitto mondiale vedono la luce altri importanti sodalizi, come l'Associazione dei reduci Alpini e il Circolo ufficiali.
 
 
Note
(1) BARDELLI, "Mondo nuovo" e nuova virtù, p. 1384.
(2) M. MERIGGI, Dalla restaurazione all'età liberale. Per una storia del concetto di associazione in Italia, in R. GHERARDI - G. GOZZI (a cura di), I concetti fondamentali delle scienze sociali e dello Stato in Italia e in Germania tra Otto e Novecento, Il Mulino, Bologna 1992, p. 104.
(3) BARDELLI, "Mondo nuovo" e nuova virtù, p. 1385. Cfr. anche ID., L'Italia viaggia. Il Touring Club, la nazione e la modernità (1894-1927), Bulzoni, Roma 2004.
 
[nelle immagini: La squadra della "Forza e Coraggio" dopo la vittoria nel 1° Concorso Nazionale Ginnastico del 19 agosto 1880; Gita a Pavia di alcuni soci del Touring Club Ciclistico Italiano, 1895]