Monte Angelico (1585 - 1784)

Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli, Milano

 

Origine e finalità

Il Monte Angelico fu fondato in base alle disposizioni di Clemenza Grassi, vedova di Gerolamo Castiglioni, che nel 1585, prima di professare nel monastero delle Angeliche di San Paolo Converso col nome di suor Angelica Perpetua, destinò tutti i suoi beni al Luogo Pio della Carità in Porta Nuova con obbligo di istituire un’opera pia denominata Monte Angelico.

Per volontà della benefattrice l’ente fu affidato al “governo” dei deputati della Carità in Porta Nuova, ma con amministrazione separata, mediante “libro appartato e del tutto diviso dal venerando Consorzio”.

Assolti alcuni legati per messe, il Monte Angelico erogava ogni anno alla fine del mese di giugno sette doti spirituali da seicento lire ciascuna, destinate a “povere figliole nate et procreate di legitimo matrimonio et nobili di buona conditione et fama”, milanesi o del ducato di Milano; dovevano produrre la fede della loro buona fama e povertà firmata dal parroco e da tre gentiluomini. In origine, la benefattrice aveva previsto che le doti fossero destinate solo alle monache coriste, ma in virtù di un breve di papa Clemente VIII a partire dal 1600 vennero ammesse anche le converse.

Il Monte Angelico ricevette un’unica nuova erogazione benefica, costituita dalla donazione effettuata da Preziosa Pozzobonelli, vedova di Pietro Antonio Grassi, che nel 1592, prima di far professione a sua volta in San Paolo col nome di suor Angelica Gerolama Maria, elargì 2500 lire con obbligo di erogare ogni anno diciassette scudi in favore dei prigionieri del carcere della Malastalla.

Soppressione

In seguito alle riforme giuseppine, il Monte Angelico seguì le sorti del Luogo Pio della Carità in Porta Nuova, che ne curava l’amministrazione.