Nostra Signora di San Rocco in San Romano (ante 1535 - 1784)

Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli, Milano

 

Origine

La prima testimonianza dell’esistenza di una confraternita all’interno dell’oratorio di San Romano – edificio che si trovava alle spalle della chiesa di San Babila in Porta Orientale – risale al testamento del milanese Luigi Sovico del 13 agosto 1535. Di questo documento si possiede soltanto il pateat, dal quale risulta che il benefattore aveva disposto un legato in favore della “schola Sancti Romani apud ecclesiam Sancti Babille” per la celebrazione di messe di suffragio.

Le due disposizioni benefiche successive relative alla piccola chiesa di San Romano, dettate nel 1539 e nel 1545 da Giovanni Ambrogio Terzaghi, sono riferite a una Scuola di San Rocco, santo il cui culto si era diffuso in relazione alla fama di protettore contro le pestilenze, soprattutto dopo la grande epidemia degli anni 1524-1529 che aveva decimato la popolazione milanese. Nonostante l’esiguità delle fonti, è possibile sostenere l’identità delle due scuole, suffragata dal fatto che anche i legati destinati a San Romano erano goduti e adempiuti dalla Scuola di San Rocco.

Tra gli arredi sacri e le reliquie conservati all’interno dell’oratorio, vi erano una fascia da parto attribuita alla Vergine Maria e un quadro raffigurante la Madonna dei Sette Dolori, al quale vennero ascritti poteri taumaturgici in seguito a una serie di eventi miracolosi che si sarebbero verificati per suo tramite nel 1551. È probabile che sull’onda emozionale suscitata nei confratelli da quegli episodi sia stato deciso di aggiungere alla vecchia intitolazione a San Rocco quella alla Beata Vergine Maria: da allora in poi si parlò infatti, non senza varianti, di Scuola “della Gloriosa Vergine Maria e di San Rocco in San Romano”.

Statuti e finalità

Dal testo delle regole che gli scolari si erano dati nel 1562 si delinea il profilo di un’associazione a prevalente scopo di culto e mutuo soccorso: oltre alle numerose prescrizioni di carattere devozionale era infatti prevista la nomina di “doi visitatori che vadano a visitare gli infermi della compagnia et, caso che siano alcuni inabili et poveri bisognosi de non potersi aiuttarse, che se gli facia elemosina secretamente”. Tale fisionomia era però destinata a mutare gradualmente tanto che, per il progressivo accentuarsi del carattere elemosiniero, il 21 maggio 1586 Filippo II accordava alla scuola i privilegi concessi dall’autorità ducale ai principali luoghi pii nel 1486. Un secolo dopo, gli ordini stabiliti nell’assemblea capitolare del 23 dicembre 1678 attestano che ormai si trattava di un ente impegnato soprattutto nel soccorso dei poveri.

Le elargizioni benefiche consistevano nella costituzione di doti in favore di fanciulle povere e nell’erogazione di “segni” di beneficenza, secondo le indicazioni dei benefattori e le disponibilità annuali. Tuttavia, nel 1736 si distribuivano “solamente n. 600 segni all’anno di soldi 10 per cadauno, et in questo pare che non si soddisfi alla mente de rispettivi testatori, atteso che dalle loro partite capitali se ne ricava molto più”.

Struttura organizzativa

Il capitolo amministrativo era originariamente composto da sedici deputati – poi ridotti a dodici nel XVII secolo, quand’erano tutti di estrazione aristocratica – eletti a scrutinio segreto e guidati da un priore. In seno al capitolo venivano poi scelti il vice-priore, il tesoriere “nelle cui mani si rimetterà tutt’il denaro del Pio Luoco”, l’archivista e i “provinciali”, ai quali competevano particolari mansioni, come l’amministrazione dei beni immobili e la sovrintendenza al riparto dei “segni” d’elemosina fra i deputati, che provvedevano poi a distribuirli personalmente ai bisognosi. Al funzionamento del luogo pio partecipavano anche un cancelliere e un ragionato stipendiati.

Sede

A partire dalla fine del XVI secolo le adunanze del capitolo si tennero in una casa ubicata in contrada di San Romano (l’attuale via Monforte), dietro le mura dell’oratorio, donata al luogo pio nel 1592 da Susanna Colli.

Soppressione

Il Luogo Pio della Beata Vergine Maria e San Rocco in San Romano fu aggregato al Luogo Pio delle Quattro Marie nel 1784, mentre l’oratorio di San Romano, chiuso al culto nel 1806, venne alienato nel 1810.

 

[nell'immagine: Annuncio dell'indulgenza plenaria concessa da papa Alessandro VII ai fedeli che visiteranno la chiesa della Beata Vergine Maria, detta di San Romano]