Santa Maria della Passione in San Giovanni Evangelista in Gugirolo (ante 1576 - 1785)

Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli, Milano

 

Origine

La ricostruzione delle vicende della Confraternita di Santa Maria della Passione, che aveva sede nell’omonimo oratorio “segreto” presso la chiesa di San Giovanni Evangelista in Gugirolo (ora via Larga, dove sorge la Torre Velasca), è gravemente compromessa dalla completa distruzione del suo archivio avvenuta durante i bombardamenti di Milano dell’agosto 1943. Secondo una memoria del 1821, la prima notizia della sua esistenza risalirebbe al testamento di Giacomo Gaffuro, rogato dal notaio Bartolomeo Sormani il 21 gennaio 1514. L’inventario d’archivio redatto agli inizi del Novecento indica come documenti più antichi quelli del 1462 e relativi alla sede della scuola, mentre il primo legato testamentario sarebbe del 1530. La prima attestazione certa del sodalizio è tuttavia costituita dalla visita pastorale compiuta nel 1576 da Gerolamo Ragazzoni, dalla quale risulta che la chiesa di San Giovanni in Gugirolo, dopo la soppressione della parrocchia, era stata affidata proprio agli scolari di Santa Maria della Passione.

Struttura organizzativa

Per quanto riguarda l’organizzazione e la composizione della scuola, una nota del 1670 ci informa che a quell’epoca essa contava diciassette iscritti – compreso il “governatore” – ed erano previste le cariche di tesoriere, cancelliere e di almeno due elemosinieri preposti alla distribuzione dei segni di beneficenza.

Finalità

L’erogazione elemosiniera si conformava alle indicazioni prescritte dai benefattori della scuola che, con lasciti e donazioni, avevano consentito la costituzione di un patrimonio formato principalmente da beni immobili in città, i cui proventi venivano poi in parte investiti sul Monte di San Carlo.

Per quanto riguarda l’aspetto devozionale, già Paolo Morigi ricordava come alla fine del Cinquecento la scuola richiamasse “molti nobili mercatanti e persone spirituali timorate di Dio [che] s’adunano la festa a cantare le lodi della Beatissima Vergine et a fare loro divotioni e communioni”. L’adempimento di queste pratiche doveva essere elemento caratterizzante della scuola, tanto che ancora in pieno Settecento ne accennavano nelle loro descrizioni di Milano sia Carlo Torre che Serviliano Latuada. Mentre il primo segnalava la “Congregazione di scolari senz’abito, gli quali trattengonsi i giorni festivi salmeggiando Divine Lodi alla Vergine”, il secondo raccontava più dettagliatamente che i confratelli si riunivano “tutti i giorni di festa a recitare l’offizio della Beata Vergine giusta il Rito Romano, ascoltando la Santa Messa, e ricevendo i Santissimi Sacramenti, che vengono loro amministrati da un sacerdote della Congregazione degli Obblati”.

Soppressione

Nell’ambito della riforma giuseppina, la confraternita fu aggregata al Luogo Pio della Carità in Porta Nuova nel 1785 e l’oratorio di Santa Maria della Passione venne sconsacrato secondo “le forme canoniche”.