Quattro Marie (1305 circa - 1801)

Servizio Archivio e Beni Culturali, ASP Golgi-Redaelli

 

Origine

Le prime notizie documentate circa l'esistenza del Luogo Pio delle Quattro Marie risalgono al 1305, quando ancora il sodalizio era ufficialmente chiamato "Confraternita dei Raccomandati della Beata Vergine Maria" e aveva prevalenti finalità cultuali, analogamente ad altri omonimi consorzi che erano sorti fin dalla seconda metà del XIII secolo in tutta la penisola prendendo a modello il primo nato a Roma intorno al 1331, diploma di indulgenza a favore della scuola delle Quattro Marie1260. Il 29 giugno 1305 l'arcivescovo Francesco Fontana concedeva quaranta giorni d'indulgenza ai confratelli milanesi, ribaditi nel 1319 e nel 1331 dall'arcivescovo Aicardo Antimiani che, sempre nel 1331, confermava l'indulgenza concessa dalla corte pontificia di Avignone in favore dei partecipanti alle funzioni celebrate nella cappella della scuola e ai suoi benefattori. In questi e in altri documenti dei primi decenni del Trecento, le espressioni usate per indicare il sodalizio attestano che in origine questo comprendeva una pluralità di scholae. Proprio la riunione di quattro diverse congregazioni mariane, secondo un'ipotesi, potrebbe spiegare la popolare intitolazione alle Quattro Marie che si affermò progressivamente nel corso dello stesso secolo: certo è che tale denominazione faceva riferimento a un altare posto nella cattedrale di Santa Maria Maggiore (poi abbattuta e sostituita dal Duomo), definito appunto comunemente "Quatrine Marie", dove i confratelli erano soliti congregarsi.

Alla benevolenza accordata dalle autorità religiose seguì presto quella del potere civile, mediante la concessione di esenzioni su dazi e pedaggi per le merci introdotte in città a vantaggio dei poveri, il riconoscimento quale rem specialem soggetta alla protezione del podestà di Milano negli Statuti cittadini del 1351, fino agli ampi privilegi accordati all'ente dai Visconti e dagli Sforza, culminati nel decreto generale in favorem piorum locorum del 2 gennaio 1486 che riconobbe agli amministratori delle Quattro Marie – e a quelli degli altri grandi luoghi pii – la qualità di giudici ordinari nei procedimenti contro i debitori, parificando in un certo senso le istituzioni caritative con le stesse magistrature statali.

Statuto

Non si è conservato alcuno statuto del Luogo Pio delle Quattro Marie.

Finalità

La Scuola delle Quattro Marie si scostò presto dalla originaria finalità devozionale, così che divenne centrale l'opera di assistenza elemosiniera verso gli strati meno abbienti della popolazione, ai quali i deputati prestavano soccorso mediante la quotidiana distribuzione di sussidi in natura: razioni di pane di mistura e di frumento, riso, ceci e vino. Nelle solenni ricorrenze del Natale e della Pasqua erano previste somministrazioni speciali di carne, legna, carbonella, sale e panno. Il ritiro delle elemosine avveniva dietro presentazione di appositi segni metallici sui quali erano indicate la qualità e quantità del sussidio. Alle fanciulle povere che intendevano maritarsi era invece accordato un assegno in denaro per poter provvedere alla dote.

Struttura organizzativa

Il sodalizio conobbe fin dagli esordi un ampio consenso, anche in virtù della relativa facilità di aggregazione che avveniva mediante il pagamento di un'oblazione mensile; dal verbale dell'assemblea generale del 28 ottobre 1358 si stima che gli iscritti fossero a quell'epoca più di 200. Nella terza domenica di ottobre era previsto un banchetto aperto a tutti i sodali, in occasione del quale si procedeva alla nomina del capitolo che doveva provvedere all'amministrazione della confraternita: in origine era un capitolo numeroso, composto da ben 40 confratelli. Con il tempo, cambiarono le modalità di governo dell'ente: dopo l'abolizione del pranzo sociale (1368) e l'ultima riunione generale documentata (27 ottobre 1381), la gestione della scuola restò in mano al gruppo dei deputati, la cui scelta avveniva oramai per cooptazione e il cui numero si restrinse fino a rimanere fissato, almeno dall'inizio del XVI secolo, nel numero canonico di 12: dodici come gli Apostoli e, nel contempo, due per ciascuna delle sei Porte della città. Il corpo amministrativo era guidato da un priore, coadiuvato da un vice-priore e da altri "officiali", tra i quali un sindaco, un cancelliere, un archivista, ragionieri e agenti per la gestione del patrimonio dislocato fuori città.

Sede

Il consorzio elemosiniero delle Quattro Marie aveva sede nella Contrada Pattari, non lontana dal Duomo; lì si riunivano i deputati, avevano l'abitazione i funzionari maggiori del luogo pio e si trovavano i magazzini delle derrate alimentari da distribuire in elemosine.

Ercole Procaccini, Cristo morto e le Quattro Marie, 1650Il Luogo Pio delle Quattro Marie per lungo tempo per le celebrazioni religiose e gli offici in onore dei benefattori e dei confratelli defunti si avalse di un altare in Duomo; si dotò di un proprio autonomo luogo di culto all'interno della sede amministrativa del luogo pio solo nel 1649: un oratorio progettato da Francesco Maria Richini e arricchito nell'apparato iconografico da una pala d'altare raffigurante Cristo morto compianto dalla Vergine, da Maria di Cleofe, da Maria Salomè e da Maria Maddalena, eseguita da Ercole Procaccini il Giovane nel 1650.

Patrimonio

Lasciti, donazioni e oculati investimenti immobiliari permisero al luogo pio di accumulare un considerevole patrimonio in case e terreni, che verso la fine del XVIII secolo superava le 14.500 pertiche (pari a oltre 950 ettari) di estensione.

Dai dati di bilancio del 1784 risultano entrate pari a 137.190 lire e uscite per 126.742 lire, di cui 77.627 per elemosine, doti, "in soccorso dei poveri infermi e convalescenti" e "in mantenimento ed educazione della gioventù.

Lasciti particolari

Spesso le disposizioni in favore della scuola erano soggette a particolari vincoli relativi sia ad oneri di culto che all'esercizio della pratica caritativa. A questo proposito, particolarmente significativi risultano gli obblighi imposti da Tommaso Grassi (1473) e da Martino Cazzaniga (1524), che comportarono la fondazione di due nuove istituzioni assistenziali: le Scuole Grassi a Milano e il Collegio Cazzaniga in Pavia, per favorire l'istruzione dei figli di cittadini meno agiati.

Analoghe finalità ebbe, nel 1492, l'apertura delle Scuole della Fedeltà o Taverna, alla quale concorsero le Quattro Marie, il Consorzio della Misericordia e la Scuola di San Giacomo in Porta Vercellina, destinatarie dell'eredità di Giovanni Stefano Taverna. Nessuna di queste tre fondazioni scolastiche riuscì a passare indenne oltre le riforme progettate da Maria Teresa d'Austria e da suo figlio Giuseppe II: nel 1770 il Collegio Cazzaniga fu aggregato al Collegio Castiglioni, mentre le Scuole Grassi e le Scuole Taverna venivano chiuse nel 1787.

Soppressione

Il Luogo Pio delle Quattro Marie, coinvolto nel programma giuseppino di riforme del sistema assistenziale, sopravvisse alla prima fase delle soppressioni: nel 1784, in virtù dell'importanza del suo patrimonio, dell'imponenza della sua attività benefica e della solidità della sua struttura, gli furono aggregati otto luoghi pii minori. Nel 1785 fu tuttavia costretto ad abbandonare la casa di residenza in contrada Pattari per trasferirsi, insieme agli altri luoghi pii superstiti (Carità, Divinità, Loreto e Misericordia) e ai loro aggregati, in una sede comune nel soppresso monastero di Santa Barbara in contrada dei Tre Monasteri, così come previsto dalla circolare della R. Giunta delle Pie Fondazioni del 27 ottobre 1784.

Per effetto del Decreto del Comitato di Governo del 13 agosto 1801, il Luogo Pio delle Quatttro Marie venne concentrato altri quattro luoghi pii elemosinieri sopravvissuti alle soppressioni giuseppine: si costituì quindi un solo ente, denominato Luoghi Pii Elemosinieri, gestito da un Capitolo Centrale composto da sette amministratori che ebbero in affido la gestione patrimoniale, mentre l'erogazione rimase attribuita al Direttorio Elemosiniere.

 

[nelle immagini: diploma del 30 aprile 1331 con il quale dodici vescovi, da Avignone, concedono un'indulgenza di 480 giorni a coloro che visiteranno la cappella della Scuola delle Quattro Marie nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Milano; Ercole Procaccini, Cristo morto e le Quattro Marie, 1650]